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Dopo un lavoro di restauro, durato tre mesi, “Squilibrio”, scultura in legno e ferro realizzata nel 1967 dal Maestro Mario Ceroli, che richiama in tre dimensioni l’Uomo di Vitruvio di Leonardo e divenuta col tempo il tipico punto di ritrovo dei viaggiatori che transitano nella hall partenze del Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino, è stato riposizionato in una posizione più centrale dell’aerostazione che, grazie al restyling della facciata in vetro del Terminal, è tornata al progetto originario del 1960, ottimizzandolo con i passi avanti della tecnologia attuale, con il risultato di restituire così spazio e luce alla hall dei check-in internazionali.
Ed è proprio in questo contesto aeroportuale che l’artista abruzzese ha rielaborato - facendolo peraltro del tutto gratuitamente, mentre ADR si è fatta carico dei costi di materiale e logistica - la sua opera senza però volerla semplicemente restaurare. Pensando al viaggio e alle possibilità che il traffico aereo rappresentano, in termini di connessione e sviluppo, Ceroli si è ispirato al viaggio della sonda aerospaziale che Esa ha lanciato su Marte nel 2016. Ed è così che il basamento di marmo nero, che tutti ricordano sotto la scultura precedente, ha lasciato il posto a un basso piedistallo esagonale, in ferro e pannelli di vetro che richiama la forma della sonda spaziale. Al suo interno, il basamento/sonda ospita una quantità indefinita di pezzi di vetro frantumato e alcune forme riconoscibili, come la mano dell’artista stesso o delle ali, simbolo del volo e quindi dello scalo, che lo scultore ha inserito come “firma” della nuova opera in vetro, ferro e legno. Sotto i vetri sono stati installati dei faretti luminosi che proiettano fasci di luce bianca verso l’altro, attraversando la scultura e le altezze del Terminal, fondendole in un’unione ideale.
“Questa nuova collocazione serve a rendere l’arte più a misura del viaggiatore e indurlo a ispirarsi al bello e al senso del bene comune”. Ha commentato Ceroli che ha poi espresso parole di elogio per “l’investimento sulla cultura” che sta portando avanti la società di gestione Aeroporti di Roma con il Leonardo da Vinci che, grazie alla cosiddetta “cura Atlantia” – capogruppo guidata da Giovanni Castellucci -, in soli 4 anni ha scalato le classifiche ufficiali dell’Aci (Airports Council International) in termini di qualità, diventando così l’aeroporto europeo più apprezzato dai passeggeri e che da tempo si sta proponendo come luogo di rappresentazione dell’eccellenza artistica italiana e nel quale ormai avvengono, con sempre più frequenza, concerti dei principali produttori di contenuti artistici della capitale e non: dal teatro dell’Opera di Roma all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ma anche l’Auditorium della Conciliazione e il Parco della Musica.
A tutto ciò, va poi aggiunta la presenza permanente e accessibile a tutti i passeggeri dei pianoforti installati da Adr sull’intero aeroporto. “Io vivo l’aeroporto anche da viaggiatore e – ha detto Ceroli - questo investimento sulla cultura che Adr porta avanti è importante. Vanno lanciati anche i giovani, questo luogo potrebbe ospitare i giovani artisti emergenti e dare allegria ai Terminal che, devo dire, oggi sono completamente diversi da 5 anni fa”. “Quest’opera è un simbolo identitario del nostro aeroporto e viene vista ogni giorno da decine di migliaia di passeggeri. Per questo era giusto rinnovarla e renderla ancora più bella, così come abbiamo fatto e continueremo a fare con il Leonardo da Vinci” ha concluso l’AD di ADR Ugo de Carolis.