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25 luglio 2016
A Rio con la portabandiera Federica Pellegrini
“Sarà sicuramente per me un’Olimpiade molto diversa da tutte le altre. Già adesso mi emoziona, e nel contempo mi inorgoglisce, l’idea di sfilare come portabandiera azzurra alla Cerimonia di inaugurazione del 5 agosto”. Così Federica Pellegrini alla partenza dall’aeroporto di Fiumicino per i Giochi di Rio.

Riconosciuta  da molti passeggeri in transito, Federica Pellegrini, con a fianco Filippo Magnini,  è stata tra le più fotografate tra i 35 atleti (18 ragazzi e 17 ragazze) che fanno parte della squadra azzurra che prenderà parte alle Olimpiadi in Brasile.

“La marcia di avvicinamento alla vasca olimpica  proseguirà ora con un collegiale che faremo in una città vicina a Rio. Dopo di che – ha aggiunto - si apriranno i Giochi e noi saremo pronti”.
Chiamata poi a commentare l’ultima bufera doping, che ha visto salire a 98 il numero degli atleti risultati positivi nei nuovi test sui campioni prelevati alle Olimpiadi di Pechino 2008 e Londra 2012, la Pellegrini ha detto: “queste sono cose che devono valutare e criticare gli altri. Vorrei, però, che questa Olimpiade non fosse toccata da queste polemiche doping. Sono polemiche – ha concluso - che devono rimanere a casa e gli atleti devono partire sereni”.  

Da parte sua, Filippo Magnini, commentando la notizia riguardante la nuova bufera doping, ha detto di sperare “di non essere stato uno di quegli atleti rimasto penalizzato da chi ha fatto uso di doping”.
“Alle Olimpiadi di Pechino – ha aggiunto il nuotatore - sono arrivato due volte quarto con le staffette. Davanti, in entrambe le gare, avevo russi e cinesi.  Non dico – ha aggiunto - che incrocio le dita visto che hanno ‘beccato’ 45 medagliati in quelle due Olimpiadi e, chissà, magari qualche atleta era anche davanti a me. Se così fosse, i miei quarti posti potrebbero a questo punto tramutarsi in bronzi. Spero che ciò non accada perché mi avrebbero comunque tolto la gioia di salire sul podio, la gioia di avere fatto un’Olimpiade diversa. Il doping – ha aggiunto - è un problema molto serio. Noi, sportivi puliti, ci teniamo a  vincere o a perdere con le nostre forze”.

Sulla sua quarta Olimpiade che si appresta a vivere, Magnini ha detto che “rispetto alla mia  prima partecipazione nel 2004, dove ho potuto conoscere un mondo tutto nuovo, ora sono ovviamente abbastanza abituato al clima olimpico ma rimane pur sempre un’Olimpiade e l’emozione c’è sempre. Spero – ha concluso – di far bene ed essendo il capitano della nazionale, mi auguro di caricare nel modo giusto gli altri ragazzi che si affidano alla mia esperienza”.