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3 marzo 2016
Ancora un successo per i giovani talenti di Santa Cecilia
Concerto al pianoforte d’applausi per Umberto Laureti che, sul “nuovo palcoscenico per giovani talenti” ideato e realizzato dalla società di gestione Aeroporti di Roma insieme con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, ha eseguito musiche di Franz Peter Schubert e Franz Liszt

Da quando, lo scorso mese di dicembre, il progetto “Santa Cecilia al volo” ha preso il via, è un susseguirsi di successi e di entusiasmo tra i passeggeri che, durante il transito e prima di raggiungere le uscite di imbarco, vengono letteralmente “rapiti” dalle note e dalla bravura dimostrata  dai giovani talenti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che, di volta in volta, settimana per settimana, si esibiscono in aeroporto allietando così l’attesa tra un volo e l’altro.

“Plaudo all’iniziativa che è stata presa che, a parer mio, dovrebbe essere replicata anche in altri scali. Questi ragazzi sono davvero bravi: è un piacere ascoltarli. Mi è già capitato qualche settimana fa di apprezzarli durante uno dei miei passaggi in aeroporto”, ha commentato una distinta signora che, pur restando nell’anonimato, si è definita “un’amante della buona musica e di quella classica, in particolare” per poi lasciarsi andare ad una battuta: “Prima ancora di salire a bordo e quindi di partire, ci fanno letteralmente volare sulle ali della musica”.

Aimez-vous Schubert? Questo il titolo del concerto che ha visto  impegnato oggi al pianoforte Umberto Laureti, volto ormai familiare in aeroporto per essersi già esibito in altre occasioni. Il giovane pianista ha deliziato i passeggeri con Schubert, Sonata D.850 (primo movimento).

Composta nel 1825 durante le tre settimane che Schubert passò a Gastein (Austria) assieme a Vogl, la Sonata in re maggiore D.850 è una delle pochissime "sonate" schubertiane per pianoforte solo che siano state pubblicate (a Vienna, da Artaria nel 1826) durante la vita del compositore.

Dedicata a Carl Maria von Bocklet, amico di Schubert, apprezzato pianista e violinista al Teatro an der Wien, l'opera godette subito di una buona stampa fra i contemporanei e Joseph von Spaun, nel lungo articolo commemorativo scritto nel 1829, la menziona come "la più originale Sonata per pianoforte".